SAN MARZANPO DI SAN GIUSEPPE

Sorse come casale rurale nell’Alto Medioevo in una zona abitata dalla preistoria. Nel Trecento è citata come feudo di alcune famiglie nobiliari, fra le quali quella degli Orsini del Balzo. Abbandonata a causa delle incursioni saracene, fu ripopolata nel Cinquecento da una colonia di Albanesi comandata da Demetrio Capuzzimati, al quale il feudo era stato concesso dall’imperatore Carlo V (1500-1558). Fu introdotto il rito greco e si diffuse la lingua albanese; il vecchio casale assunse le dimensioni e l’aspetto di un agglomerato urbano e fu munito di castello. Nei secoli successivi appartenne ai Lopez, ai Castriota e, infine, ai Capece, che la tennero fino a tutto l’Ottocento. Nel secolo successivo si svilupparono i commerci e s’ammodernò l’agricoltura. Nacque una distilleria che produsse un liquore, il “San Marzano”, divenuto famoso in Italia e all’estero. La parlata albanese è ciò che oggi veramente differenzia culturalmente la comunità sammarzanese da tutte le altre della provincia ionica. Storicamente venne introdotta con l’arrivo degli albanesi, e presenta tre varianti: il dialetto Ghego, parlato nell’Albania settentrionale; il dialetto Tosco proprio dell’Albania del meridionale e l’Arbëresh particolare parlato dagli albanesi nel regno di Napoli. A San Marzano è parlato appunto quest’ultima variante ma di origine ghega. Da qui l’appellativo di ghiegghieri con cui i forestieri denominano gli abitanti di San Marzano. Ha dato i natali al matematico Oreste Del Prete (1876-1956).

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