Su di una collina, circondata da altri piccoli monti, a,180 metri circa sul livello del mare, poggia Montemesola. Si ritiene che il suo nome tragga origine dalla stessa posizione topografica. Il paese, infatti, sì distende “poggiato” sul piano della collina in forma più o meno ellittica che a confronto con i retrostanti monti viene a configurarsi come una mensola. Quindi “Mensulae” dal latino Montis-Mensulae significherebbe Mensola del Monte.
MONTEIASI
Anticamente fu uno dei centri dell’Albania Salentina. Si sviluppò attorno a una vecchia masseria di proprietà della famiglia Antoglietta, che vi tradusse una colonia di Albanesi nel XV secolo. Il piccolo agglomerato, successivamente, fu elevato a baronia. Con il titolo di ducato – nel Cinquecento – lo tenne, invece, la famiglia Ungaro (originaria di Taranto). A proposito di questa, si racconta un episodio (la miracolosa guarigione di un figlio gravemente ammalato, davanti alla reliquia del Crocifisso) che contribuì a confermare l’antico culto per il SS. Crocifisso, facendone formalmente (bolla pontificia del 1682) il protettore della città.
MANDURIA
Situata sulle Murge Tarantine, Manduria gode di un clima tipicamente mediterraneo, il che significa estati piuttosto calde, lunghe e secche, appena mitigate dal vento prevalentemente di scirocco e inverni particolarmente miti, nei quali si concentrano le scarse precipitazioni annuali. Manduria è una tra le più grandi e attive cittadine della provincia di Taranto e deve la sua floridezza e importanza al fatto di trovarsi alla confluenza delle vie di comunicazione fra i territori di Taranto, Lecce e Brindisi.
LIZZANO
La Chiesetta del Crocifisso è uno dei pochi “Monumenti” del territorio di Lizzano pervenuti ai nostri giorni in discrete condizioni; è una preziosa testimonianza ed immagine del passato e del passato e della identità culturale dei Lizzanesi. La Cappella è sita nel centro storico del paese, nelle immediate adiacenze del Castello normanno; risale al XV-XVI secolo ed è posta sotto il livello stradale di circa 150 cm.; l’esterno è completamente imbiancato con calce. L’accesso all’edificio, scesi 7 gradini, avviene attraverso un portale che si apre nel lato orientale, sottoposto rispetto al livello stradale e preceduto da un portichetto rettilineo con intradosso a botte. Lizzano è un tranquillo paese del tarantino sorto, probabilmente, prima dell’anno mille , nel mezzo di una collina rocciosa rotta da stradine e piccole salite da una parte e digradante dall’altra verso la pianura che si allarga fino ad arrivare al mare.
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“SALUS”
Ovvero salute e benessere quindi:
LO STARE BENE
Franco Tamburrini
SAN MARZANPO DI SAN GIUSEPPE
Sorse come casale rurale nell’Alto Medioevo in una zona abitata dalla preistoria. Nel Trecento è citata come feudo di alcune famiglie nobiliari, fra le quali quella degli Orsini del Balzo. Abbandonata a causa delle incursioni saracene, fu ripopolata nel Cinquecento da una colonia di Albanesi comandata da Demetrio Capuzzimati, al quale il feudo era stato concesso dall’imperatore Carlo V (1500-1558). Fu introdotto il rito greco e si diffuse la lingua albanese; il vecchio casale assunse le dimensioni e l’aspetto di un agglomerato urbano e fu munito di castello. Nei secoli successivi appartenne ai Lopez, ai Castriota e, infine, ai Capece, che la tennero fino a tutto l’Ottocento. Nel secolo successivo si svilupparono i commerci e s’ammodernò l’agricoltura. Nacque una distilleria che produsse un liquore, il “San Marzano”, divenuto famoso in Italia e all’estero. La parlata albanese è ciò che oggi veramente differenzia culturalmente la comunità sammarzanese da tutte le altre della provincia ionica. Storicamente venne introdotta con l’arrivo degli albanesi, e presenta tre varianti: il dialetto Ghego, parlato nell’Albania settentrionale; il dialetto Tosco proprio dell’Albania del meridionale e l’Arbëresh particolare parlato dagli albanesi nel regno di Napoli. A San Marzano è parlato appunto quest’ultima variante ma di origine ghega. Da qui l’appellativo di ghiegghieri con cui i forestieri denominano gli abitanti di San Marzano. Ha dato i natali al matematico Oreste Del Prete (1876-1956).
SAN GIORGIO JONICO
Il Comune di San Giorgio Jonico (circa 15.600 abitanti,), Socio del GAL C.S.A.J.T., si trova a 13 Km a sud di Taranto, sul versante “Belvedere” del Monte S. Elia. L’unica risorsa ambientale naturalistica dell’agro è la collinadalla vegetazione tipica dell’associazione Oleo-Ceratonion: olivastri, carrubi, fragni, pini d’Aleppo, ginestre, le aromatiche mediterranee. Presenti tra la macchia e la gàriga le varietà locali di orchidee spontanee. La fondazione della città medievale si fa risalire, invece, al secolo X, allorchè i profughi cristiani di Taranto, saccheggiata dai Saraceni, si stabilirono attorno all’attuale Chiesa Madre, già Maria SS. del Popolo (X sec.). Le prime notizie certe del casale di San Giorgio risalgono al sedicesimo secolo: di San Giorgio c’è traccia, infatti, nell’Archivio di Stato di Napoli, in un documento del 1524. Situato nell’antica chora tarantina, l’attuale feudo di San Giorgio Jonico conserva testimonianze documentate di frequentazioni antropiche ascrivibili al periodo classico e, più precisamente, al V secolo a.C. Per tutto il XX sec. e, soprattutto negli ultimi venti anni, fortunate campagne di scavo hanno riportato alla luce reperti di grande valore storico ed artistico, atti a certificare l’?importanza dell’intero territorio di San Giorgio per tutta l’età classica.
PALAGIANO
Secondo alcune testimonianze la cittadina è stata abitata in epoca romana. La storia ne parla già dal XII secolo, quando vi giunsero gli abitanti della vicina Mottola distrutta dai Normanni. Fu infeudata ai Dapifero, ai Casamassima, ai Giordano, a Ugone Billotta e a Maria de Valois. Eretta a baronia, la città passò ai Capitignano, ai Lubelli, ai Caracciolo, ai Carmignano, ai Pappacoda e ai Cicinelli. Seguì sempre le vicende del vicino capoluogo. L’economia, nel corso dei secoli, è sempre stata retta dall’agricoltura e dalla pastorizia. Nel Novecento, grazie anche alla bonifica e alla Riforma agraria, si è specializzata nella coltivazione degli agrumi, che ha dato alla città una nuova fisionomia economica e l’ha collocata fra le città agrumicole più importanti del MezzogiornoPalagiano e chiamata anche la “Conca d’Oro”, per la fertilità delle sue terre e l’abbondanza dei prodotti che vi si coltivano.
MARUGGIO
Maruggio si trova in una vallata, circondato da oliveti e vigneti, dista da Taranto 38 km, da Lecce 59. La costa, estesa circa 9 km, è prevalentemente a tratti liscia e sabbiosa. Campomarino (marina di Maruggio) vanta un mare limpido, trasparente, incontaminato, calmo; la corrente, infatti, è molto debole, raggiunge un’intensità rilevabile soltanto quando soffiano venti da levante molto intensi e di una certa durata.
Per questo il porticciolo di Campomarino è da tempo frequentato da piccole imbarcazioni da pesca e da diporto. La presenza della Capitaneria di Porto e di conseguenza di un’area d’assistenza, fa sì che le imbarcazioni da diporto siano in continuo aumento.